Udito al sicuro: tinnito, esposizione al rumore e buone pratiche
Vi è mai capitato di percepire un fastidioso fischio o ronzio nelle orecchie, magari il giorno dopo un concerto? non si siete gli unici, si tratta di un tinnito (dal latino tinnitus, ronzio), detto anche acufene (dal greco ἀκούω, “udire”, e φαίνομαι, “manifestarsi”).
Il tinnito descrive tutti quei suoni percepiti da una persona in assenza di una reale fonte sonora esterna, ed è una condizione comune che colpisce transitoriamente molte persone in tutto il mondo, ma che può anche presentarsi in maniera persistente nel caso di danni o disfunzioni dell’apparato uditivo o nervoso.
In questo articolo esamineremo le possibili cause del tinnito, come si lega all’esposizione al rumore sul luogo di lavoro e le migliori pratiche e dispositivi per la protezione (dpi) del nostro udito.
Nello specifico, ci concentreremo sul tinnito “soggettivo”, ovvero quello percepibile solo dalla persona colpita.
Cause del tinnito
Molti fattori possono contribuire allo sviluppo di tinnito, dall’uso di farmaci a condizioni di stress e ansia, ipertensione e infezioni dell’orecchio; Anche tensioni muscolari a livello del collo e della mandibola possono innescare o peggiorare un tinnito, tuttavia, la causa principale e più comune del tinnito è l’esposizione al rumore, prolungata e ripetuta nel tempo, che può danneggiare le cellule ciliate dell’orecchio interno, che in condizioni di normalità trasformano le onde sonore provenienti dall’esterno in segnale elettrico captato dal nervo acustico. Il tinnito è in questo caso un fastidioso sintomo di una incipiente perdita dell’udito.
Le cellule ciliate sono incapaci di rigenerarsi, e quindi ogni danno, per quanto piccolo, risulta permanente e si “somma” ai danni precedenti. Si parla quindi di esposizione cumulativa al rumore.
In casi più rari, il danno può essere a carico del nervo acustico, o dovuto ad alterazioni nella trasmissione del segnale nervoso.
Il tinnito può avere un impatto significativo sulla capacità di concentrarsi, sulla qualità del sonno, e può peggiorare il benessere psicologico complessivo della persona.
Ad oggi non esiste una terapia risolutiva per il tinnito soggettivo causato dal danneggiamento dell’orecchio interno, ed è quindi fondamentale il ruolo della prevenzione.
Esposizione al rumore
In molti settori lavorativi, come l’edilizia, l’agricoltura e il manifatturiero, è spesso presente un forte inquinamento acustico, e il NIOSH (National Institute of Occupational Safety and Health) ha fissato dei limiti di esposizione cumulativa al rumore, quantificati in 85 dB per 8 ore di lavoro.
In pratica, un lavoratore che sia esposto a un rumore di intensità almeno di 85 dB per tutto l’orario di lavoro è considerato a rischio, e per ogni aumento di 3 dB, il tempo di esposizione si dimezza (ricordiamo infatti che i dB si misurano su scala logaritmica, e 3 dB corrispondono a un raddoppio dell’energia trasportata).
Secondo una ricerca condotta sulla prevalenza di tinnito nei lavoratori australiani (Lewkowski et al., 2022), quasi un quarto dei lavoratori australiani hanno riportato di percepire occasionalmente tinnito, e di questi il 5%, corrispondente a circa mezzo milione di persone, soffre di un tinnito costante. La ricerca ha mostrato che la prevalenza del tinnito costante era maggiore nei settori con forte esposizione al rumore, come nell’industria automobilistica (16,7%), per i conducenti di mezzi (13,0%), e nell’agricoltura (12,1%).
Dati simili arrivano dal CDC negli Stati Uniti, che riporta come ogni anno almeno 22 milioni di lavoratori siano esposti a livelli potenzialmente dannosi di rumore.
L’esposizione prolungata a fonti di rumore sopra la soglia massima sono correlate anche allo sviluppo di patologie come ipertensione e insonnia.
Per avere un’indicazione di massima, se sul luogo di lavoro devi urlare per farti sentire da una persona a distanza di un metro, ti trovi probabilmente in un ambiente troppo rumoroso.
DPI e Buone Pratiche per la Protezione dell’Udito
Come per la protezione dalle vibrazioni, o dei nostri piedi, anche per salvaguardare l’udito durante le ore lavorative, è importante adottare alcune buone pratiche e utilizzare dispositivi di protezione individuale adeguati (DPI).
Dispositivi di Protezione dell’Udito
Esistono vari tipi di dispositivi di protezione dell’udito, dai tappi per le orecchie a cuffie “intelligenti” con tecnologia di cancellazione attiva del rumore:
Tappi auricolari: ne esistono di molti tipi in commercio, i più comuni sono i tappi in materiale spugnoso o cera, che prendono la forma del canale auricolare. Dispositivi più complessi includono ad esempio i tappi “non lineari”, la cui costruzione permette una riduzione del rumore proporzionale all’intensità del rumore stesso, lasciando invece passare suoni più deboli, e sono utilizzati in settori in cui alla protezione dell’udito si aggiunge la necessità di poter sentire i colleghi, o in cui è richiesta una certa consapevolezza situazionale.

Cuffie antirumore: cuffie che coprono esternamente l’orecchio per assorbire le onde sonore in entrata.
Dispositivi elettronici di protezione dell’udito: i dispositivi per la cancellazione attiva del rumore funzionano analizzando le onde sonore del rumore in entrata, ed emettendo un’onda “opposta” (più correttamente, in controfase), in modo da cancellare il rumore prima che raggiunga l’orecchio.
Per capire meglio questo meccanismo, tornate un attimo alla vostra infanzia, quando giocavate sull’altalena. Se l’oscillazione delle gambe corrispondeva a quella dell’altalena si otteneva una spinta, mentre per fermarsi si poteva oscillare le gambe con un tempismo opposto a quello dell’altalena, cancellando l’oscillazione.
In caso di ambienti estremamente rumorosi, è possibile anche combinare l’uso di tappi auricolari e cuffie, per ottenere un isolamento maggiore.
Buone pratiche
L’uso dei DPI può non essere sempre sufficiente a proteggere dall’inquinamento sonoro lavorativo, considerando anche l’utilizzo errato e incostante dei dispositivi.
Sono quindi state elaborate altre buone pratiche di carattere organizzativo che possono aiutare a prevenire il tinnito, riducendo l’esposizione al rumore sul posto di lavoro.
Queste includono:
- Ridurre le fonti di rumore sul posto di lavoro, ad esempio installando macchine più silenziose, spegnendo (se possibile) i macchinari quando non in uso, o installando barriere acustiche.
- Formare e sensibilizzare il personale sui rischi legati al rumore e sulla protezione dell’udito.
- Implementare pause regolari per i lavoratori esposti a rumori forti, o ruotare tra compiti più o meno rumorosi, per ridurre il tempo di esposizione.
- Diminuire il tempo trascorso vicino ad apparecchiatura rumorosa (raddoppiare la distanza dalla fonte rumorosa porta a una riduzione dell’esposizione a un quarto del valore iniziale, pari a -6 dB).
- Effettuare regolari controlli dell’udito per rilevare precocemente eventuali problemi.
In conclusione, il tinnito è una condizione comune che può essere sintomo di un ambiente lavorativo pericolosamente rumoroso.
Eri a conoscenza dei rischi legati all’inquinamento acustico? Sei curioso di sapere quanto è rumoroso il tuo ambiente di lavoro? Esistono semplici app per misurare il livello di inquinamento sonoro, tra cui una sviluppata direttamente dal NIOSH!
Bibliografia
- Lewkowski, K., Heyworth, J., Ytterstad, E., Williams, W., Goulios, H., & Fritschi, L. (2022). . The prevalence of tinnitus in the Australian working population. The Medical journal of Australia, 216(4), 189–193. https://doi.org/10.5694/mja2.51354
- Lockwood, A. H., Salvi, R. J., & Burkard, R. F. (2002). . Tinnitus. The New England journal of medicine, 347(12), 904–910. https://doi.org/10.1056/NEJMra013395