Salute e benessere

Anziani, insonnia ed esercizio fisico

30 Agosto 2018

Anziani, insonnia ed esercizio fisico

Quantità e qualità del sonno: modificazioni indotte dall’invecchiamento

L’anzianità è un periodo della vita caratterizzato da una serie di cambiamenti fisiologici che comportano una riduzione della funzionalità dei vari apparati e distretti corporei, oltre che modificazioni cognitive e psicologiche. Tra i vari problemi che possono insorgere, l’insonnia si caratterizza come un disturbo molto frequente sia tra gli uomini che tra le donne di una certa età. La struttura e la qualità del sonno tendono infatti a mutare, comportando cambiamenti nella regolarità del sonno, nel tempo trascorso a letto, difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni e conseguenti pisolini durante il giorno per recuperare. Le cause di queste alterazioni non sono state chiarite del tutto: la compromissione dei ritmi circadiani e la variazione nella produzione di melatonina, l’ormone del sonno, risultano le ipotesi più plausibili e condivise. Spesso questa problematica si associa ad un peggioramento della qualità di vita e della salute, ad una diminuzione della performance fisica e un aumento del rischio di sviluppare disordini mentali, emotivi, motivazionali, così come una riduzione dell’efficacia del sistema immunitario, endocrino e cardiovascolare. Per far fronte a questi disturbi, gli anziani sempre più spesso si rassegnano all’assunzione di farmaci, che però in alcuni casi possono manifestare effetti collaterali fisici e psichici soprattutto dopo un’assunzione prolungata. 

Esercizio fisico e ritmo circadiano

Alcune ricerca sull’argomento hanno dimostrato come l’esercizio fisico può apportare degli effetti positivi a livello del ritmo sonno/veglia, senza produrre effetti collaterali. Un recente studio (Karimi et al., 2016) ha dimostrato gli effetti dell’esercizio su un gruppo di anziani che soffrivano d’insonnia, i quali sono stati coinvolti in un programma di esercizio basato prevalentemente su attività aerobica di cammino a diverse velocità, per tre volte a settimana con una durata di 30 minuti a seduta, comprendenti una fase iniziale di attivazione e una finale di defaticamento. Al termine delle 8 settimane di esercizio, la qualità del sonno rilevata dal questionario Pittsburgh Sleep Quality Index è stata confrontata con i valori rilevati prima di iniziare il programma di allenamento. Dai risultati emerge un significativo miglioramento della qualità del sonno, in seguito all’esercizio, in termini di tempo necessario per addormentarsi, tempo del sonno, assunzione di farmaci per dormire e anche difficoltà ad eseguire compiti della vita quotidiana. La spiegazione di tali risultati può essere attribuita alla capacità dell’esercizio di regolarizzare i ritmi circadiani e di incrementare i livelli di adenosina nel corpo, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del ciclo sonno-veglia, induttore del sonno profondo. In aggiunta, l’attività fisica favorisce la secrezione dell’ormone della crescita: un’adeguata produzione di tale ormone durante il sonno aiuterebbe a conservare le risorse del corpo, prevenendo così la riduzione di performance durante il giorno. Una regolare attività fisica in età anziana, quindi, può aiutare a migliore la qualità del sonno e, di conseguenza, anche l’efficienza fisica giornaliera, riducendo, almeno in parte, la necessità di assunzione di farmaci per dormire.

Bibliografia

Karimi S. et al. Surveying the effects of an exercise program on the sleep quality of elderly males