Tappetini anti-fatica: cosa sappiamo?
In molte realtà lavorative stare in piedi per più di 4 ore è una prerogativa comune: dal camminare, trasportare carichi, gestire la merce in magazzino fino al controllo qualità. Si dice spesso che lavorare in piedi sia più sano che lavorare seduti. Ma è sempre vero? Lavorare in piedi offre probabilmente alcuni vantaggi tra cui migliorare la postura, rafforzare i muscoli e favorire la circolazione sanguigna. Nonostante ciò, se la stazione eretta viene mantenuta per un lungo periodo possono emergere potenziali rischi soprattutto per i muscoli posturali dell’arto inferiore, piede e polpacci, che con il tempo possono affaticarsi.
Questa problematica non è nuova: già nel 1972 lo studio di Mogora dimostrava l’incidenza più elevata del mal di schiena nei lavoratori che, durante la giornata lavorativa, rimanevano in piedi per periodi superiori alle 4 ore, mentre Bousseman et al nel 1982 hanno evidenziato come stare in piedi per lunghi periodi si correla ad un aumento di dolore e disagio del corpo.

Che ruolo hanno i muscoli nella stazione eretta e come mai con il tempo portano dolorabilità e disagio?
La postura eretta è gestita dai muscoli posturali, che attiviamo inconsapevolmente e in maniera automatica ogni volta che assumiamo una posizione. Più nello specifico le fibre muscolari rosse, di tipo I, sono le più resistenti alla fatica, e dunque presenti maggiormente in questo tipo di muscoli. Queste fibre vengono anche chiamate “fibre di cenerentola” perché anche se sono stanche svolgono il loro compito (non ci possono far cadere). Proprio per questo motivo, se questi muscoli sono attivi per la maggior parte della giornata, inevitabilmente vanno incontro ad affaticamento. Con il tempo si possono sviluppare problematiche più serie quali una pronazione o un eccessivo appiattimento del piede fino ad arrivare in alcuni casi anche alla fascite plantare.
La soluzione per contrastare questo problema arriva nel 1999 nell’articolo di M.Kendrick dove osserva come l’effetto ammortizzante dei tappetini antifatica consenta una serie di continui micromovimenti del piede che permettono una riduzione di tensione e ristagno di sangue negli arti inferiori.


Conosciuti come tappetini defaticanti industriali, o più semplicemente tappetini anti-fatica, sono realizzati con un materiale morbido in grado di assorbire l’impatto che normalmente si scaricherebbe nelle articolazioni in presenza del classico pavimento. Si posizionano in determinate aree di lavoro per evitare rischi di scivolamento, posizioni scomode e soprattutto problemi alla struttura muscolare. Come dice il loro nome, sono stati pensati per creare una naturale oscillazione del corpo grazie alla loro superfice leggermente irregolare, che va a stimolare in particolare la muscolatura dei piedi e dei polpacci favorendo l’azione di pompa muscolare permettendo l’aumento del circolo sanguigno e l’ossigenazione dei tessuti.
Più recentemente, nel 2011 Redha Taiar nel suo studio ha approfondito di come la meccanica umana venga influenzata dai tappetini anti fatica misurando la pressione esercitata sui piedi dei dipendenti. Nel ridurre l’affaticamento propone di variare spesso la posizione del piede per eliminare l’accumulo di pressione all’interno della scarpa. L’utilizzo di tappetini antifatica in questo caso contribuisce maggiormente a eliminare i punti di pressione del pavimento, correggere l’equilibrio e ripristinare una distribuzione uniforme di pressione tra le due gambe. Taiar conferma inoltre come la sintomatologia dolorosa diminuisca con l’uso di tappetini anti-fatica rispetto al loro non utilizzo.

Oltre a prevenire l’affaticabilità degli arti inferiori, i tappetini anti-fatica possono aiutare a ridurre anche il mal di schiena: le piccole instabilità presenti nella superficie hanno lo scopo di stimolare l’attività muscolare delle gambe e prevenire l’accumulo di pressione nelle articolazioni e nei tessuti molli degli arti inferiori. Nello studio di Winberg et al. si presume che tali benefici legati al movimento possano risalire la catena cinetica inferiore e fornire sollievo anche al bacino e alla parte bassa della schiena avendo effetto sul miglioramento del ritorno venoso, sulla diminuzione dello stress nel disco intervertebrale e sull’aumento dell’ossigenazione dei tessuti.
Quali altre strategie possiamo mettere in atto per ridurre l’affaticamento e migliorare la circolazione?
- Cambia frequentemente la tua posizione: aiuta a ridistribuire il peso corporeo e favorisce la circolazione.
- Alterna il peso del corpo da un lato all’altro: assicurati che un piede o un lato del corpo non sia costretto a sostenere la maggior parte del peso corporeo durante il giorno.
- Rispetta le pause e se hai la possibilità esegui esercizi di stretching per riprendere la circolazione e scaricare la tensione.
- Pallina da tennis per fascia plantare: usando la pallina fai rotolare il piede dalla pianta alle dita per 10 ripetizioni.
- La squadra come esercizio di stretching per migliorare la circolazione e scaricare la schiena.
- Rafforza i muscoli con l’esercizio fisico: garantisce al corpo un adeguato sostegno per lunghi periodi di tempo in piedi.
BIBLIOGRAFIA:
Taïar, Redha. Ergonomics of the Standing Smart: Increasing the Comfort of Standing Workers.(2018). 10.54941/ahfe100063.
Winberg TB, Glinka MN, Gallagher KM, Weaver TB, Laing AC, Callaghan JP. Anti-fatigue mats can reduce low back discomfort in transient pain developers. Appl Ergon. 2022 Apr;100:103661. doi: 10.1016/j.apergo.2021.103661. Epub 2021 Nov 24.
Dine Wahyu Prima, Yuliani Setyaningsih, Daru Lestantyo The Effect of Anti-Fatigue Mat and Stretching on Musculoskeletal Disorders (MSDs) Complaints of Sewing Operator PT. X