L’esercizio fisico e la Sindrome di De Quervain
La Sindrome di De Quervain è una delle più frequenti problematiche che si riscontrano nel distretto della mano, è legata all’attività lavorativa e limita molto la qualità di vita delle persone affette. Se da un lato si conoscono molto bene le caratteristiche e i sintomi della patologia, molto poco invece viene detto sulle modalità di rieducazione fisica, che rientrano nei trattamenti conservativi; infatti, le evidenze scientifiche riguardanti l’efficacia dell’esercizio fisico sulla sindrome sono poco numerose ma alcuni recenti studi cercano di chiarirne gli effetti tramite l’organizzazione di protocolli terapeutici, con risultati molto positivi. L’esercizio fisico è efficace nel trattamento della Sindrome di De Quervain? E in quali modalità?
Cos’è la Sindrome di De Quervain
La Sindrome di De Quervain è definita come una tenosinovite, un processo infiammatorio a carico della guaina sinoviale che ricopre i tendini dei muscoli abduttore lungo ed estensore breve del pollice. In presenza di uno stato infiammatorio la guaina si inspessisce e stringe il passaggio dei due tendini, aumentando la frizione e limitandone lo scorrimento. La patologia provoca dolore a livello di mano e polso alla base del pollice e durante i movimenti del pollice, gonfiore, tumefazione e ridotta forza di presa della mano.
Al di là di fattori predisponenti individuali, coloro che svolgono mansioni ripetitive che richiedono l’uso del polso e del pollice (scrivere al pc, suonare uno strumento, avvitare/svitare, ecc) sono più suscettibili a sviluppare la condizione.
La diagnosi viene eseguita tramite ecografia, che evidenzia le strutture interessate nel processo infiammatorio, e il test di Finkelstein, in cui viene chiesto al paziente di chiudere il pollice in un pugno ed effettuare una deviazione ulnare: il test è positivo se è presente dolore intenso nella zona, anche solo al movimento di chiusura del pollice (Immagine 1).

La sindrome di De Quervain è generalmente trattata in modo conservativo con iniezioni di corticosteroidi, assunzione di farmaci anti-infiammatori, terapia occupazionale per modificare eventuali posture scorrette e riposo. Si ricorre eventualmente alla chirurgia nei casi in cui il dolore persista per un lungo periodo ed il trattamento conservativo non risulti efficace.
Un esempio di approccio multimodale: terapia manuale ed esercizio fisico per la Sindrome di De Quervain
Young e colleghi (2022) analizzano un protocollo combinato di terapia manuale ed esercizio fisico su tre pazienti con diagnosi di Sindrome di De Quervain, sostenuti dall’evidenza scientifica sull’efficacia di questo tipo di approccio per il trattamento di disfunzioni a mano e polso.
Il trattamento proposto è di tipo multimodale ed include:
- Manipolazione con thrust e senza thrust
- Mobilizzazione passiva del polso da parte del terapista
- Esercizi di stretching
- Esercizi di rinforzo e propriocezione della presa della mano
Sono state incluse nello studio tre donne di 18, 21 e 45 anni, con dolore al polso in zona radiale da diversi mesi causato, nel caso delle donne di 21 e 45 anni, da attività lavorativa che richiede l’utilizzo ripetuto del polso per mansioni manuali e al computer, e, nel caso della paziente di 18 anni, da attività sportiva professionistica e competitiva. Dopo un esame clinico iniziale, in cui viene confermata la diagnosi di Sindrome di De Quervain, le tre pazienti sono state sottoposte ad alcuni test di mobilità e di forza della presa, sono stati quantificati il dolore provato, tramite una scala di valutazione (NPRS), e la limitazione nelle attività della vita quotidiana tramite il questionario DASH, al fine di misurare il loro stato di partenza.
La fase del protocollo dedicata alla terapia fisica include all’inizio esercizi di flessione ed estensione attiva del pollice e stretching passivo del polso in flessione ed estensione; per rinforzare i muscoli della presa della mano viene proposto un esercizio di compressione della pasta modellabile ed uno di presa e rilascio di una pallina da tennis. Gli esercizi finalizzati al miglioramento della propriocezione consistono in rotazioni del polso, push-up alla parete e in esercizi di presa statica multiplanare con l’utilizzo di uno strumento dotato di maniglia (immagine 2).

In tutti e tre i casi il protocollo è stato molto efficace perché ha ridotto significativamente il dolore nel corso di quattro sedute e conseguentemente ha aumentato la qualità di vita delle pazienti (migliorando i punteggi dei questionari di limitazione delle attività della vita quotidiana). A livello funzionale, si sono verificati un miglioramento dell’escursione articolare e della mobilità del pollice e del polso e un ripristino di forza della presa della mano. Le pazienti sono tornate alle loro attività lavorative e sportive di partenza, raggiungendo gli obiettivi che si erano prefissate.
In conclusione, l’approccio combinato di terapia manuale e fisica si è dimostrato molto efficace sul recupero conservativo.
Un altro simile protocollo viene attuato con successo da Rabin e colleghi (2015): il trattamento conservativo consiste in una fase di mobilizzazione manuale, cui si aggiungono esercizi di rinforzo eccentrici e infine l’applicazione dell’elettrostimolazione. L’efficacia dell’esercizio eccentrico nelle tendinopatie è stata dimostrata ampiamente nella letteratura scientifica: con contrazione eccentrica si intende un tipo di contrazione muscolare eseguita mentre l’unità muscolo tendinea si allunga; risulta più efficace a livello rieducativo in quanto più intensa e perché riflette le sollecitazioni a cui è sottoposto il muscolo durante le attività quotidiane. L’esercizio proposto nel protocollo di studio è un “hammer curl”, con partenza da una posizione in deviazione ulnare, eseguito con elastico (Immagine 3).

Un altro studio evidenzia l’efficacia di un protocollo di esercizio fisico in fase post-operatoria: Goel e Abzug (2014) descrivono il caso di un paziente di 34 anni con diagnosi di sindrome di De Quervain che si è dovuto sottoporre a intervento chirurgico poiché la terapia conservativa non aveva portato i miglioramenti attesi. In questo caso, due settimane dopo l’intervento il paziente ha cominciato ad eseguire esercizi di mobilità per ridurre la rigidità articolare, di stretching dei flessori ed estensori dell’avambraccio per ridurre il dolore durante lo scorrimento dei due tendini interessati dalla patologia; dalla quarta settimana, sono stati inseriti esercizi di contrazione eccentrica del polso senza resistenza (ad esempio l’hammer curl), ed un esercizio di estensione eccentrica del pollice contro resistenza; infine, alla quinta settimana, è stato proposto un esercizio di contrazione eccentrica in flessione ed estensione del polso contro resistenza, insieme alla prono-supinazione.
Conclusione
L’esercizio fisico è efficace nel trattamento conservativo per la Sindrome di De Quervain perché riduce il dolore, migliora la funzionalità e aumenta la qualità della vita. Gli studi dimostrano che se associato alla terapia manuale i risultati sono ottimali. Gli esercizi in contrazione eccentrica hanno un maggior effetto sulle tendinopatie poiché riflettono le sollecitazioni quotidiane del muscolo, consentendo un più rapido ritorno alle attività.
Anche in fase post-operatoria l’esercizio fisico si è dimostrato utile per una ripresa completa.
- Rabin A. et al. (2015). Physiotherapy Management Of People Diagnosed with de Quervain’s Disease: A Case Series
- Young S. W. et al. (2022). Conservative management of De Quervain’s tendinopathy with an orthopedic manual physical therapy approach emphasizing first CMC manipulation: a retrospective case series
- Goel R. e Abzug J. M. (2014). De Quervain's tenosynovitis: a review of the rehabilitative options