Focus: i tipi di presa

Nel mondo del lavoro, tra le valutazioni del rischio per mitigare l’insorgenza di patologie muscoloscheletriche, si distingue la valutazione riferita ai Movimenti Ripetitivi (MR) degli arti superiori. Uno dei metodi più diffusi per svolgere questa valutazione è attraverso gli strumenti del metodo OCRA. Nella valutazione del rischio da movimenti ripetitivi dell’arto superiore, vengono computati non solo il tempo ma anche i tipi di presa, ovvero il modo in cui le mani afferrano o manipolano oggetti durante l’attività lavorativa. Una buona presa può ridurre la forza necessaria per impugnare l’oggetto e permette di movimentare eventualmente oggetti con minor sforzo. Viceversa, una presa sfavorevole richiede maggiore forza per afferrare l’oggetto, una qualità della presa minore, e quindi un maggior impegno per controllare la stabilità dell’oggetto o attrezzo e il suo corretto utilizzo.

Una presa considerata ottimale è la presa GRIP o “presa attiva” in cui si avvolge con tutte le cinque dita l’oggetto da maneggiare, che poggerà sul palmo della mano. Con questa presa l’articolazione del polso solitamente si trova in posizione neutra, e dunque meno sollecitata ed esposta a sovraccarichi. Questo tipo di presa consente alla mano di sviluppare la massima forza e il maggior controllo, grazie all’intervento sinergico della forte muscolatura dell’avambraccio.
Le prese che non rientrano nella presa GRIP, classificate come NON GRIP nella checklist OCRA, possono aumentare il rischio di sovraccarico biomeccanico e di sviluppare patologie muscoloscheletriche a livello del complesso articolare mano-polso.

In questo gruppo troviamo la presa PINCH o “presa di precisione” dove l’oggetto non si trova completamente avvolto dalla mano ma sostenuto esclusivamente tra il pollice e l’indice (alcune volte anche il medio). Nei compiti manuali di precisione, (artigianato, microsaldature, ecc), questa presa è la più utilizzata per il grado di accuratezza che riesce a dare. Al contrario della presa GRIP però, questo tipo di presa può sviluppare solo il 25% della forza totale di prensione e dunque, essere più a rischio di sviluppare problematiche da sovraccarico.
Fra i tipi di presa classificate NON GRIP c’è la presa palmare, un tipo di presa in cui l’oggetto viene afferrato principalmente utilizzando l’intera superficie del palmo della mano e tutte le dita. La si può incontrare tutte quelle volte in cui si devono manipolare oggetti grandi o pesanti in assenza di una maniglia, impugnatura ergonomica. Rispetto alla presa pinch, nominata nel paragrafo precedente, la presa palmare sacrifica la precisione e la finezza del movimento per garantire una presa più ampia e più sicura.
Infine la presa ad uncino è l’ultima presa che rientra nelle prese non ottimali. In questo caso l’oggetto è trattenuto esclusivamente dalle falangi che, curvandosi, assumono l’aspetto tipico “a uncino”. La presa ad uncino è presente in tutte le manipolazioni in cui non è richiesta elevata precisione e l’oggetto non eccessivamente pesante. È la classica presa che si assume quando si trasportano borse, secchi o valigie che hanno manici. Se da una parte può avere il vantaggio di non richiedere eccessiva forza da parte dei muscoli della mano, dall’altra espone le dita a una pressione significativa la quale, nel tempo, può causare problemi a tendini e legamenti.
Come mai i tipi di presa NON GRIP risultano più a rischio di quella GRIP?
Partendo dal presupposto che l’uso prolungato, ripetitivo o intenso delle mani e delle dita per afferrare, sostenere o manipolare oggetti può incidere in modo significativo sul rischio di sviluppare patologie muscoloscheletriche nel distretto mano-polso, ci sono delle attenzioni che possiamo mettere in atto per ridurre il più possibile l’esposizione al rischio.
Come accennato in precedenza, la presa GRIP risulta essere quella da prediligere in quanto permette di avere un buon controllo dell’oggetto che stiamo manipolando, di stabilizzare l’articolazione del polso minimizzando le posture incongrue (deviazione ulnare/radiale e flesso-estensione carpale), di generare più forza e dunque di ridurre il rischio da sovraccarico articolare.
I tipi di presa NO GRIP invece richiedono un’elevata attivazione muscolare per stabilizzare piccoli oggetti (per esempio la presa di precisione pinch), aumentando lo stress sui muscoli del pollice e dell’indice. Una presa palmare, proprio perché ci richiede maggiore tensione, può causare rigidità ai muscoli flessori profondi e stress articolare. Inoltre, in questi tipi di presa, è spesso forte la compressione dei tessuti molli delle dita e della mano, con possibili comparse di noduli sottocutanei, cordoni fibrosi e ispessimenti miotendinei nei punti più sollecitati, ma più in generale alla zona palmare e digitale. Il mantenimento di prese non ottimali per periodi prolungati nell’arco dell’attività lavorativa, inoltre può contribuire all’accumulo di tempo di posture statiche incongrue dell’articolazione del polso, con conseguente aumento del rischio di sviluppo di patologie da sovraccarico e/o da intrappolamento nervoso (es. Sindrome del Tunnel Carpale).
Che misure di prevenzione possiamo mettere in atto?
- Implementare maniglie ergonomiche sugli oggetti e/o strumenti da manipolare risulta un’ottima idea per poter distribuire uniformemente il carico sulla mano; aggiungendo un rivestimento antiscivolo è possibile migliorare ulteriormente l’efficacia della presa.
- Alternare compiti ed evitare prese prolungate, quando non necessario alla lavorazione in atto, (ad esempio posare lo strumento o componente tra una lavorazione e l’altra) permette alla nostra muscolatura di avere un maggior tempo di recupero ed evitare così infiammazioni e affaticamenti muscolari.
- Ridurre il peso degli oggetti o, se non è possibile, usare strumenti meccanici di supporto in modo da diminuire il più possibile il sovraccarico a muscoli e articolazioni e dunque ridurre il rischio di sviluppare patologie muscoloscheletriche.
- Indossare guanti che siano della giusta misura e specifici per la lavorazione in atto, in modo che non compromettano la capacità di operare in maniera adeguata.
- Infine, di grande importanza sono gli esercizi di rinforzo e stretching del complesso mano-polso. Rafforzare i muscoli della mano e dell’avambraccio aumenta la resistenza alla fatica, creando così un muscolo forte in grado di sostenere il carico e garantire stabilità e protezione a tendini e articolazioni.
- Lo stretching, che può essere eseguito anche dopo il turno lavorativo, contribuisce al riequilibrio delle tensioni muscolari, e facilita il recupero. In questo modo stiamo agendo in ottica di prevenzione verso le condizioni di affaticamento e usura articolare (tendiniti, sindrome del tunnel carpale, epicondilite ecc).
Ecco alcuni semplici esercizi che possiamo eseguire sia prima del turno lavorativo, come la mobilità articolare, e sia dopo, come lo stretching:
Mobilità articolare
Circonduzioni del polso, apertura e chiusura delle dita, opposizione del pollice.

Rinforzo
Esercizi di flessione ed estensione del polso con piccolo manubrio o elastico.

Stretching
Stretching degli estensori e dei flessori del polso.
