L’ergonomia partecipativa e i suoi metodi
L’ergonomia partecipativa rappresenta un approccio innovativo e strategico per migliorare le condizioni di lavoro, unendo il know-how degli operatori quotidiani con le competenze degli specialisti in sicurezza e salute. Questa metodologia mira a mettere a frutto le conoscenze pratiche e quotidiane dei dipendenti, che non sono solamente coinvolti per ottenere informazioni sulle postazioni lavorative, ma intervengono attivamente per ideare e discutere possibili miglioramenti e potenziali soluzioni.
Come possiamo leggere in diversi report e casi studio pubblicati dall’EU-OSHA (l’agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro), l’approccio partecipativo vuole superare il mero adempimento normativo, costituendo un vero e proprio strumento di innovazione continua. La creazione di un dialogo costante tra il personale operativo e gli esperti in ergonomia e sicurezza permette di integrare le conoscenze teoriche con le esperienze pratiche, creando un ambiente in cui la prevenzione dei rischi diventa un obiettivo condiviso. L’EU-OSHA individua numerosi metodi di implementazione dell’ergonomia partecipativa, dai più semplici sistemi a singola fase, fino agli approcci olistici multi-step. Ne vediamo insieme 3: ErgoPar (ergonomía participativa), SOBANE (Screening, Observation, Analysis and Expertise) e il Participatory Macro-ergonomic Work Analysis and Design.
ErgoPar
Il metodo è strutturato in un intervento graduale a tre fasi, volte a identificare i principali rischi ai quali sono esposti i lavoratori, sviluppare misure preventive, implementarle e monitorarne l’efficacia.
Nella fase preliminare viene organizzato un incontro che includa tutti i potenziali stakeholder e creato un gruppo di lavoro formato da rappresentanti dei lavoratori e del managment, che avrà ruolo di interfacciarsi con l’ergonomo, comunicare le attività dell’intervento, e assicurare la creazione di un clima propositivo nell’azienda.
Segue quindi la fase di intervento, in cui vengono identificate le fonti di rischio per lo sviluppo di disturbi muscoloscheletrici, attraverso metodi come la somministrazione di questionari, l’osservazione diretta, e le interviste dirette ai lavoratori. Sulla base dei risultati, vengono ideate e applicate misure preventive per agire sulle fonti di rischio.
L’ultima fase è quella di valutazione e continuità, in cui si monitora l’efficacia degli interventi, per proporre ulteriori misure in un momento successivo di follow-up. Idealmente, il gruppo di lavoro formatosi all’interno dell’azienda diventa un organo permanente.
SOBANE
La strategia SOBANE è formata da quattro “livelli” di intervento, di “difficoltà” crescente, che ne compongono l’acronimo: Screening, OBservation, ANalysis ed Expertise. Anche questo metodo prevede la formazione di un gruppo di lavoro a composizione mista tra lavoratori e manager, coordinato da una figura che abbia familiarità con le condizioni di lavoro.
A livello dello screening viene eseguita una iniziale valutazione del rischio che tenga conto, tra le altre cose, dei luoghi di lavoro, dei fattori organizzativi, e degli infortuni. A questo livello possono essere già implementate soluzioni di semplice applicabilità.
Livello di osservazione, vengono condotti meeting in cui viene selezionata e sviscerata una singola criticità alla volta. Il metodo mette a disposizione una guida osservazionale in 18 dimensioni per coadiuvare la conduzione delle riunioni.
Segue il livello dell’analisi, in cui è compito dell’ergonomo indagare le fonti di rischio più complesse da valutare e risolvere. Lo specialista collabora con i gruppi di lavoro ed elabora un piano di miglioramento.
Infine, a livello dell’expertise, vengono analizzati processi produttivi, flussi di lavoro, specifici attrezzi e/o macchine, e processi di training, tramite l’intervento di uno o più ergonomi specializzati.
Participatory Macro-ergonomic Work Analysis and Design
La macroergonomia è un approccio di tipo top-down, che approccia il problema della valutazione del rischio iniziando dagli aspetti organizzativi e tecnologici dell’ambiente lavorativo, e di come questi elementi si interfaccino con l’elemento umano, a ogni livello.
In maniera simile a ErgoPar, questo metodo è strutturato in una serie di passaggi sequenziali, che iniziano da uno step preparatorio in cui viene valutato il livello di “disponibilità al cambiamento”, di disponibilità di risorse, e di raccolta di supporto; Seguono la valutazione dei sistemi organizzativi, valutazione e diagnostica delle criticità, proposte risolutive, redesign delle postazioni/flussi di lavoro, e rivalutazioni iterative sulla base del feedback ricevuto.
Ciascuno di questi metodi ha i suoi punti di forza, e le sue applicazioni preferenziali.In conclusione, l’ergonomia partecipativa si configura come una filosofia gestionale che propone un cambio di prospettiva per la moderna azienda. Grazie al contributo integrato dei lavoratori, supportato da consulenti specializzati e da strumenti analitici avanzati, le imprese possono creare condizioni ottimali per prevenire i rischi e migliorare il benessere dei propri dipendenti. L’adozione di questo modello, come evidenziato dai numerosi documenti e guide di EU-OSHA, rappresenta un passo fondamentale verso una gestione più inclusiva, proattiva e sostenibile della sicurezza sul lavoro.
Bibliografia
- Jensen Stochkendahl, M., Hasle, P., Faber Hansen, A., Dige Heiberg, B., Öhler, W., Overgaard Herrig, A., Caroly, S., Poncet, S., Järvis, M., & Reinhold, K. (2022). . Worker participation in the prevention of musculoskeletal risks at work: Report. Publications Office of the European Union.