Benessere al lavoro, Ergonomia e lavoro

Breve storia dell’ergonomia

storia dell'ergonomia

L’ergonomia come la conosciamo oggi è una materia interdisciplinare che studia l’interazione tra gli esseri umani e gli altri elementi di un sistema, con l’obiettivo di migliorarne la sicurezza, il benessere e rendere il lavoro più efficace.  Ma qual è la storia dell’ergonomia?

Il termine trova le sue origini in Grecia, da érgon (lavoro) e nómos (legge), e la sua nascita come campo di studio può essere collocata nella metà del XX secolo ma, in verità, le sue radici affondano in epoche più remote, quando l’essere umano ha iniziato a progettare strumenti per facilitare il lavoro e migliorare la qualità della vita.

Preistoria

I primi segni di pensiero ergonomico si possono individuare già nell’antichità, quando l’uomo preistorico ha iniziato a modellare utensili in pietra per adattarli meglio ai diversi lavori. I resti trovati nei siti archeologici dimostrano infatti che già allora si poneva attenzione alla forma, dimensione e funzionalità degli oggetti per renderli più efficienti e confortevoli. 

Ad esempio, le prime asce in pietra sembrano essere state progettate proprio per distribuire lo sforzo in modo ottimale durante il taglio del legno.

Dall’antica Grecia a Roma

Un’attenzione verso il rapporto ambiente e lavoro umano lo troviamo anche nell’antica Grecia grazie a Ippocrate. La sua visione ergonomica fu quella di elencare delle istruzioni dettagliate su come organizzare lo spazio di lavoro di un medico, indicando come il tavolo chirurgico dovesse avere un’altezza adeguata per evitargli sforzi eccessivi. 

Nell’antica Roma, l’architetto Vitruvio, nel suo trattato De Architectura, sottolineò l’importanza di progettare edifici tenendo conto delle proporzioni umane. Le sue considerazioni sull’ergonomia non riguardavano solo l’estetica, ma anche la funzionalità e il comfort. Tra i suoi scritti raccomandava che le scale avessero un’altezza adeguata per facilitare il cammino e ridurre il rischio di cadute.

Il desiderio e la continua ambizione per migliorare le sue condizioni, continuarono ad ispirare l’uomo anche durante le epoche successive. Lo stesso Leonardo da Vinci, grazie al suo lavoro e ai suoi studi, è stato riconosciuto come uno dei primi “ergonomi” al mondo.

La Rivoluzione Industriale

L’ergonomia moderna, così come la conosciamo ora, ha avuto i primi bagliori con l’avvento della Rivoluzione Industriale, che ha portato all’introduzione delle macchine all’interno delle fabbriche modificando, di conseguenza, le condizioni lavorative. Se da un lato questo ha portato ad un aumento di produzione e riduzione delle tempistiche, dall’altro le catene di montaggio e il lavoro ripetitivo, nel tempo hanno portato a un aumento di disturbi muscoloscheletrici. La necessità di ridurre gli infortuni, aumentare la produttività e migliorare il comfort dei lavoratori ha portato così a un approccio più scientifico dove ingegneri e scienziati iniziarono a studiare come ottimizzare il rapporto tra operai e macchinari.

Uno dei contributi fondamentali di questo periodo (XIX secolo) fu dato da Frederick Winslow Taylor, che iniziò a studiare quantitativamente come organizzare il lavoro e gestire i lavoratori per aumentare la produzione. In un caso,fece un esperimento dando agli operai pale di dimensioni diverse per vedere quale pala avesse la massima produttività nell’arco di un intero turno di lavoro.

Nello stesso periodo, Frank e Lillian Gilbreth studiarono i movimenti umani attraverso l’uso di cronofotografie, identificando i “micromovimenti” necessari per compiere un’attività e cercando di ridurre gli sprechi di energia. Questi studi non solo aumentarono la produttività, ma gettarono le basi per l’analisi dell’ergonomia moderna.

storia dell'ergonomia

L’ergonomia fino ai giorni nostri

Nonostante il suo sviluppo durante la rivoluzione industriale, l’ergonomia si è consolidata come vera e propria disciplina solamente con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale.

Durante il conflitto, gli eserciti di tutto il mondo si trovarono a dover affrontare problemi legati all’interazione tra operatori e sistemi tecnologici complessi, come gli aerei e le postazioni radar. Gli errori umani spesso erano causati da progettazioni inadeguate, che non tenevano conto delle capacità e dei limiti umani. 

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In risposta a queste sfide, gli scienziati iniziarono a studiare in modo sistematico come migliorare l’interfaccia uomo-macchina. Uno degli esempi più noti è rappresentato dagli interventi sugli aerei militari: molte cabine di pilotaggio furono riprogettate per ridurre la confusione causata da comandi troppo simili o mal posizionati, diminuendo così il rischio di errori fatali. Sempre per lo stesso motivo, per la prima volta si è andati ad analizzare e valutare le differenze fisiche tra gli individui: per i soldati era fondamentale la massima integrazione tra la persona e la macchina, in modo tale da scongiurare l’errore umano, sopratutto durante le fasi concitate della battaglia. Quando, nel dopoguerra, i militari hanno diffuso le loro tabelle antropometriche (tabelle con le misure del corpo umano in relazione alla popolazione) i designer hanno cominciato a considerarle nei loro progetti. Ed ecco perchè oggi, sappiamo con esattezza che misure deve avere una sedia.  

La fondazione dell’ Ergonomics Research Society

Il primo documento sul lavoro fu scritto dall’italiano Bernadrino Ramazinni (1633-1714), intitolato “De Morbis Artificum Diatriba”  che sottolineava gli effetti delle sostanze chimiche, della polvere, dei movimenti ripetitivi o violenti, della cattiva postura e di altri aspetti distruttivi per la salute.

Nel 1949, Wojciech Jastrzębowski, un ricercatore polacco, coniò formalmente il termine “ergonomia” nel suo saggio “An Outline of Ergonomics”. 

Negli anni successivi, il termine si diffuse a livello internazionale grazie alla creazione di istituzioni dedicate alla disciplina. Nel Regno Unito, sempre nel 1949, venne fondata l’Ergonomics Research Society, la prima associazione al mondo dedicata allo studio dei fattori umani.

Nel 1961 nasce a Roma la Società Italiana di Ergonomia (SIE). Nello stesso anno, si svolge a Stoccolma (Svezia) il primo meeting dell’Assemblea Generale dell’International Ergonomics Assciation (IEA) che ne formalizza la nascita e l’avvio regolare delle sue attività. Nel 1967, IEA diviene – a livello mondiale – l’Associazione delle Società federate operanti nel settore dell’ergonomia. 

Nel 2000, Wilson considera la Human Factors / Ergonomics (HFE) una scienza multidisciplinare, centrata sull’interazione uomo-ambiente, che applica la teoria, i principi e i dati di molte discipline (chiamate scienze collaborative) per progettare sistemi di lavoro a favore delle prestazioni e del benessere umano. 

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Conclusioni

L’ergonomia, come scienza e professione, continua ad evolversi, abbracciando le sfide di un mondo sempre più digitalizzato e automatizzato. Le sue radici storiche, tuttavia, ci ricordano che al centro di ogni innovazione c’è sempre l’essere umano con i suoi bisogni, limiti e potenzialità. 

L’ergonomia, non è solo una semplice disciplina riguardante i luoghi di lavoro, ma uno dei suoi obiettivi principali è proprio evitare infortuni ai dipendenti mantenendo la loro salute, sia fisica che mentale, per un periodo più lungo possibile. 

Curiosità :

  1. L’ergonomia nello spazio: Negli anni Sessanta, con l’inizio della corsa allo spazio, l’ergonomia fu fondamentale nella progettazione delle cabine spaziali. Gli scienziati lavorarono per adattare i controlli e gli spazi ristretti alle condizioni di microgravità, garantendo sicurezza e comfort agli astronauti.
  2. L’influenza del design scandinavo: Negli anni Settanta, i paesi scandinavi iniziarono a integrare l’ergonomia nel design di mobili e oggetti di uso quotidiano, come le sedie ergonomiche. Questo approccio non solo migliorava la postura, ma promuoveva anche un design esteticamente piacevole e funzionale.
  3. L’ergonomia digitale: Con l’avvento del computer, l’ergonomia si è spostata anche nel mondo digitale. La progettazione di interfacce utente (UI) intuitive e di esperienze utente (UX) efficaci è diventata una branca fondamentale per migliorare l’interazione con la tecnologia moderna.

BIBLIOGRAFIA:

  • Jastrzębowski, W. (1857).. An Outline of Ergonomics
  • Wilson, J. R., & Corlett, N. (2005).. Evaluation of Human Work.
  • Helander, M. G. (2006).. A Guide to the Ergonomics in Manufacturing.
  • FRASCA P, 2006. Ergonomia e lavoro: evoluzione di un’idea rivoluzionaria dei nostri tempi