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Esercizio fisico e cancro

Ottobre è il mese della prevenzione. beh, era. Con ironico ritardo, vorremmo contribuire alla discussione riguardo a questo importantissimo tema.

Parleremo brevemente del significato tecnico del termine “prevenzione” e dei benefici dell’esercizio fisico nella prevenzione delle patologie tumorali, per poi concentrarsi su come uno stile di vita attivo contribuisca alla lotta contro il cancro.

Prevenzione

Cos’è la prevenzione? In realtà, nel nostro ambiente possiamo definire tre tipi di prevenzione:

  • Prevenzione primaria: Interventi che mirano a ridurre l’insorgenza di una patologia (o condizione, o infortunio, ecc.).
  • Prevenzione secondaria: Interventi di diagnosi precoce e di trattamento tempestivo della patologia per rallentarne o anche arrestarne il decorso.
  • Prevenzione terziaria: Interventi mirati ad alleggerire il peso di una patologia e delle sue complicazioni sulla qualità della vita del paziente.

Un esempio chiarirà sicuramente queste definizioni.

Dei benefici dell’attività fisica si è parlato, anche in queste pagine, in ogni forma, e non sorprenderà sapere che fare attività fisica regolare sia un valido intervento per la prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) di molte forme di cancro.

Quindi, seguire uno stile di vita attivo si qualifica come prevenzione primaria per ridurre l’incidenza, per esempio, del cancro al seno, nelle persone sane; come prevenzione secondaria per ostacolarne la progressione; come prevenzione terziaria per limitare alcuni sintomi della patologia tumorale e dei trattamenti più aggressivi.

Gli effetti dell’esercizio

Quello di cui vorremmo parlare più approfonditamente è perché l’esercizio fisico possa svolgere un tale ruolo: d’altronde, se i meccanismi per cui, ad esempio, l’esercizio contribuisca al controllo del peso sono facilmente intuibili, lo stesso non si può dire per il ruolo dell’esercizio nella prevenzione del cancro. Andiamo a vedere quali sono.

Il primo meccanismo, indiretto, è proprio il controllo del peso. Il tessuto adiposo, specialmente quello viscerale, contribuisce direttamente a generare uno stato di infiammazione cronica tramite la produzione di adipochine e citochine pro-infiammatorie, come leptina, adiponectina e resistina. Inoltre, un eccesso di massa grassa è associato allo sviluppo di resistenza all’insulina e a una maggiore produzione di estrogeni.

L’esercizio fisico ha inoltre un effetto diretto, indipendente dal peso corporeo, su questi due ultimi fattori: sappiamo infatti che l’attività moderata o intensa migliora la sensibilità all’insulina (ormone che promuove anche la proliferazione cellulare) e modera la concentrazione degli ormoni sessuali nel sangue, riducendo il rischio di tumore al seno, ovarico, e alla prostata.

Ma l’esercizio fisico agisce anche in altri modi: oltre a ridurre indirettamente l’infiammazione mediata dal tessuto adiposo, ha un effetto direttamente antinfiammatorio, tramite la produzione di miochine come la muscle-derived Interleukin-6, e migliorando la capacità dei mitocondri di ripulire le cellule dai ROS, specie reattive dell’ossigeno, principali responsabili del danno ossidativo.

E non è finita qui! L’esercizio modula anche la funzione del sistema immunitario, stimolando la produzione, ad esempio, delle cellule natural killer, fondamentali per la soppressione di cellule mutate.

In ultimo, l’esercizio sembra avere un effetto positivo anche sul microbiota intestinale, che a sua volta è associato a un miglioramento dello stato di salute generale e alla riduzione del rischio di sviluppare tumori gastrointestinali. 

Riassumendo, l’esercizio è un importante alleato nella lotta al cancro perché:

  • Contribuisce al controllo del peso corporeo.
  • Regola i livelli di alcuni ormoni nel sangue.
  • Migliora la funzione immunitaria.
  • Migliora la capacità antiossidante mitocondriale.
  • Ha un effetto antinfiammatorio diretto.
  • Migliora la composizione della flora intestinale.
cancro ed esercizio fisico
Jurdana M. 2021

Altri autori hanno ipotizzato anche che uno stile di vita attivo sia correlato a un minor rischio di patologie tumorali in quanto associato spesso a una dieta più salutare e a uno status socioeconomico migliore, oppure che ci possano essere altri fattori associati sia a una riduzione della quantità di attività fisica che a un aumentato rischio di sviluppare alcune patologie tumorali, come il fumo o vivere in una città pesantemente inquinata.

Un esempio di grande successo nell’implementazione dell’esercizio nella gestione della patologia tumorale lo troviamo nei protocolli di nordic walking (ovvero la camminata a passo spedito combinata ad ampi movimenti delle braccia e l’uso delle bacchette) prescritti nelle donne con tumore al seno: la pratica del nordic walking ha un effetto importante sul controllo del linfedema degli arti superiori, un comune effetto collaterale del trattamento chirurgico di questo tipo di cancro (quindi in questo caso parliamo di prevenzione terziaria), favorendo inoltre il miglioramento della fitness cardiorespiratoria e della forza degli arti superiori.

Nordic Walking, cancro ed esercizio fisico
Di Blasio et al., 2016

Infine, ricordiamo sempre che è la dose a fare il veleno: l’esercizio smodato, come la pratica di sport particolarmente tassanti come l’ultra-endurance, è associato alla produzione di cortisolo e IGF (Insulin-like growth factors), a una depressione del sistema immunitario e una maggior incidenza di traumi osteoarticolari, tutti fattori peggiorativi del rischio di sviluppare patologie tumorali.

Il consiglio rimane dunque sempre lo stesso: 150-300 minuti di attività fisica moderata e/o 75-150 minuti di attività intensa nell’arco della settimana è un fattore preventivo per molte forme di tumore.

  • Di Blasio et al. (2016). Physical exercises for breast cancer survivors: effects of 10 weeks of training on upper limb circumferences
  • Shephard, R. J. (1998). Associations between physical activity and susceptibility to cancer: possible mechanisms
  • Jurdana M. (2021). Physical activity and cancer risk. Actual knowledge and possible biological mechanisms
  • Fantuzzi G. (2005). Adipose tissue, adipokines, and inflammation